L’Università di Padova per l’8 marzo – La campagna
Storie di donne che hanno superato i pregiudizi della loro epoca diventando un esempio per tutte e tutti
Occasione annuale per riflettere sui traguardi compiuti e sulle sfide ancora da affrontare nel campo della parità di genere, la Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo viene celebrata dall’Università di Padova attraverso una campagna di sensibilizzazione in collaborazione con il comune e una serie di eventi.
Franca Viola
Franca Viola, nata ad Alcamo, in Sicilia, il 9 gennaio del 1947, Franca Viola è la prima donna italiana a rifiutare pubblicamente il matrimonio riparatore. Figlia di una coppia di contadini, il 26 dicembre del 1965, all’età di diciassette anni Franca viene rapita, violentata, picchiata, lasciata a digiuno e poi tenuta segregata per otto giorni. Di fronte alla proposta di matrimonio riparatore Franca, appoggiata dai genitori, reagisce in maniera inaspettata, rifiutando la proposta e denunciando lo stupratore.
Sull’esempio di Franca molte ragazze cominceranno a rifiutare le nozze riparatrici, ma solo nel 1981 il matrimonio riparatore viene cancellato, insieme al delitto d’onore, dalla legislazione italiana. L’8 marzo del 2014 le viene riconosciuta da parte dell’allora presidente Giorgio Napolitano l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.
Kathrine Switzer
Kathrine Switzer nel 1967 è stata la prima donna a partecipare alla maratona di Boston, quando il regolamento vietava ancora alle donne di iscriversi. Riesce a gareggiare come “K.V. Switzer”, registrandosi con il cognome e le iniziali del suo nome.
La sua partecipazione alla maratona del 1967 viene ricordata ancora oggi anche perché durante la competizione si scontra con uno degli organizzatori che, a pochi chilometri dal via, cerca di farle interrompere la corsa strattonandola. Anche grazie all’aiuto di quello che all’epoca era il suo fidanzato, che partecipava alla gara, riesce a completare la corsa in quattro ore e venti minuti.
Laura Bassi
Laura Bassi è conosciuta per essere stata una delle prime donne laureate in Italia e tra le prime al mondo a ottenere una cattedra universitaria. Il 17 aprile 1732, all’età di vent’anni diventa una delle prime donne in Europa a ricevere, in età moderna, un titolo dottorale. Nel maggio dello stesso anno, su decisione del Senato accademico l’Università di Bologna le conferisce la laurea in filosofia e le assegna, per la stessa materia, una libera docenza. Un mese dopo discute una tesi di filosofia naturale con lo scopo di ottenere un’altra libera docenza, riuscendo così a insegnare.
Rosa Parks
Rosa Parks nasce in una famiglia afroamericana di confessione metodista ed è nota per aver rifiutato nel 1955 di cedere il posto su un autobus a un bianco. Il 1º dicembre 1955 torna a casa dopo una giornata di lavoro come sarta in un grande magazzino a Montgomery e non trovando altri posti liberi, si siede in una fila centrale ma dopo poche fermate sale un passeggero bianco, al quale deve cedere il posto. Rosa conosce le regole, i posti centrali sono misti, ma la “precedenza” spetta alle donne e agli uomini bianchi.
Nonostante ciò, Rosa Parks si rifiuta di alzarsi. A causa del suo gesto viene arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine. Il fatto ha grande risonanza e Rosa viene soprannominata “La madre del movimento per i diritti civili”.
Lidia Poët
Lidia Poët è stata nel 1883 la prima donna a ottenere l’iscrizione nell’Albo degli avvocati nel Regno d’Italia, venendone cancellata subito dopo in seguito all’accoglimento di una richiesta presentata al tribunale d’appello di Torino. Nata in Piemonte da una famiglia valdese, si laurea a pieni voti nel 1881 con una tesi sul diritto di voto alle donne.
La sua cancellazione dall’Albo, confermata anche dalla Corte di Cassazione, suscita numerose polemiche e un grande dibattito. Lidia continua a esercitare la professione nello studio del fratello, senza però poter firmare gli atti. Prende parte nel 1883 al primo Congresso penitenziario internazionale, divenendone delegata nel 1890 a Pietroburgo e continua a battersi per la causa femminile e il diritto al voto.
Nel 1920, all’età di sessantacinque anni, con la Legge 1176 del 1919 ottiene finalmente l’iscrizione all’Albo. Nel 1946, a novantuno anni, riesce anche a esercitare il diritto al voto, per il quale tanto a lungo si era battuta.